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Cosa mangiare a Venezia: la Guida Definitiva

Se siete a Venezia, non potete fare a meno di fermarvi in un classico bacaro a fare un break con un piccolo cicchetto (antipasto) e un buona ombretta di vino. Ce ne sono a centinaia di bacari a Venezia, il più famoso probabilmente è il “do Mori”, situato vicino al mercato del pesce vicino a Rialto, e che è in attività dal 1462!

cosa mangiare a venezia
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Tra gli innumerevoli cicchetti (vedi i folpetti e le sardee in saor) non perdetevi quello dei bovoeti, piccole chioccioline bianche o a strisce scure che si trovano nei campi dopo una pioggia all’alba, facili da preparare anche in casa: basta 1 Kg di bovoeti, aglio, prezzemolo, sale, pepe e olio.
La prima cosa da fare è metterli ancora vivi a spurgare un paio d’ore in acqua fredda e sale, dentro una terina tappata altrimenti scappano! Dopo di che’ cucinarli per pochi minuti in acqua bollente con ancora una piccola aggiunta di sale, è sufficiente scottarli appena e tirarli fuori dall’acqua non appena fanno una leggera schiuma bianca. Metterli poi in una terina, mescolandoli con aglio, prezzemolo e un filo d’olio extravergine d’oliva. A proprio gusto aggiungere sale e pepe.
Per mangiarli poi, un vero divertimento! C’è a chi piace con lo stuzzicadenti per estrarre l’imega (i più raffinati) ma i veri “venexiani” se la ciucciano con le mani! Quindi, niente paura e dateci dentro!

Oltre ai classici bovoeti, tra i vari cicchetti (antipasti) nei classici bacari veneziani troverete di sicuro le “sardee in saor” che altro non sono che le classiche sardelle con molte cipolle. Un piatto tipico della vecchia tradizione veneziana, perché un tempo le sardelle costavano pochissimo. Le sardee in saor sono addirittura menzionate nelle opere di Carlo Goldoni. Si accompagnano con una buona ombra di vino bianco e sono anche queste facile da preparare in casa. Del resto tutta la cucina veneziana è molto semplice da preparare, per questo è famosa in tutto il mondo!
Prendete un chilo di sardelle, pulirle bene in acqua corrente, diliscatele, privarle della testa, e apritele in due. Successivamente infarinatele leggermente per porle a friggere in olio caldo fino a tre quarti della loro cottura, per poi ponerle su una salvietta per togliere l’olio in eccesso.
Nell’olio ancora caldo ponete a rosolare 5 cipolle bianche tagliate a pezzi. Prima che le cipolle appassiscano nella cottura, versare mezzo litro di aceto e mezzo litro di vino bianco. Lasciate cuocere il tutto a fuoco basso fino a totale evaporazione dell’alcool.
Tradizione vuole che a questo punto si aggiunga un pugno di uva passa e pinoli, per dare più calorie al piatto, e meglio fronteggiare il freddo e umido inverno della laguna veneziana. Il sugo risultante viene chiamato “saor”.
In una pirofila, ponete a strati il “saor” ancora caldo e le sardelle, in modo da completare la loro cottura assorbendone il “saor” al loro interno. Dopo aver ricoperto l’ultimo strato di sardelle con il “saor”, lasciate riposare il tutto per un giorno in un luogo fresco e asciutto, va bene anche in frigo. Le sardee in saor sono buone da mangiare anche a distanza di giorni!

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