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Etihad e Alitalia al via un matrimonio da 600 milioni, Ferrara: “Occhio alle nuove tariffe”

Circa 600 milioni di euro, a tanto ammonta la cifra che gli arabi di Etihad sarebbero disposti ad investire in Alitalia. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che ha poi sottolineato «Adesso ognuno si faccia carico delle sue responsabilità».

L’ingresso della compagnia araba dovrebbe essere intorno al 49% un passo sotto la quota massima fissata dall’Europa per l’ingresso delle compagnie straniere nel mercato comune.

Storia controversa quella dell’ex compagnia di bandiera con Etihad specie alla luce del salvataggio all’insegna dell’italianità avvenuto qualche anno fa.

Se da un lato infatti ci sono le richieste delle banche, nel contempo azioniste e creditrici della compagnia; dall’altra figurano i sindacati e lo stesso governo. In Alitalia si parla infatti di circa 3000 esuberi. Gli arabi chiedono la cancellazione del debito con le banche, convertito in parte in azioni e l’intervento dell’esecutivo a garanzia dell’accollo del costo degli ammortizzatori sociali.

Di eccellente prospettive per Alitalia parla l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio.

«Etihad– aggiunge il presidente Roberto Colaninno –rappresenta per Alitalia un partner strategico ideale per rafforzare le prospettive di crescita a lungo termine della Compagnia».

Non del tutto incoraggianti sono altresì le prospettive per i consumatori.

Se da un lato infatti la partnership apre nuove prospettive per lavoratori ed operatori del settore, la nuova unione potrebbe avere ripercussioni non proprio positive su chi usa l’aereo da semplice utente.

A lanciare l’allarme è il presidente dell’associazione Sos utenti consumatori che rileva come la fusione delle compagnie potrebbe comportare un aumento delle tariffe dei biglietti.

«Non è di certo un mistero – argomenta Antonio Ferrara –  l’elevato confort che normalmente è possibile trovare sugli aeromobili Etihad. Non è improbabile quindi che gli arabi esportino questo modello anche qui da noi con un conseguente ritocco al rialzo dei biglietti».

Più servizi e meno qualità, sono queste le priorità dell’utenza italiana.

«Agli italiani ma mi permetto di aggiungere anche agli europei – sottolinea – più che il lusso degli ambienti interessa l’efficienza del servizio e l’economicità del trasporto. Ben venga quindi questa unione ma a patto che costituisca davvero un passo in avanti e non due indietro».

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