Cresce il mercato dei viaggi in Italia, ma gli acquisti avvengono sempre di più online. La spesa digitale per il turismo ha raggiunto nel 2014 i 7 miliardi di euro, il 22% della spesa totale del settore (31,5 miliardi, escluso l’incoming, la spesa di turisti stranieri in viaggio in Italia).
Quasi la metà di quanto speso è dovuto a viaggi domestici, in crescita dell’11% rispetto al 2013. Il 34% è generato dai viaggi di italiani all’estero (outgoing), in crescita del 9% rispetto al 2013 e il rimanente 20% è la spesa degli stranieri in Italia (incoming),in crescita del 6% rispetto al 2013. A rilevarlo è l’ Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano.
“Il settore – dice Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dello studio – è particolarmente rilevante per il Paese. Esso sottolinea incide in maniera rilevante su PIL e occupazione ma anche in termini di contributo imprenditoriale: sono centinaia di migliaia i piccoli imprenditori e gli operatori del settore che contribuiscono a creare valore nei numerosi territori turistici del nostro Paese”.
Notevoli i numeri anche per ciò che concerne le strutture ricettive.
Il mercato online in questo caso vale circa 1,2 miliardi di euro nel 2014 ed è generato per il 40% dal settore domestico (in crescita del 6%), per il 22% dal mercato outgoing (+7%) e per il 38% dall’incoming (+1%). Per quello dei trasporti, il transato digitale nel 2014 sfiora i 6,5 miliardi di euro ed è così suddiviso: 48% mercato domestico, in crescita del 13%; 36% mercato outgoing, in crescita dell’8%; 16% mercato incoming, in crescita del 9%. Per i pacchetti viaggio, il transato online nel 2014 è di poco superiore al miliardo di euro. Il mercato domestico pesa per il 39% del totale mercato digitale, in crescita dell’11%; segue il mercato outgoing, che pesa per il 38% ed è in crescita del 14%; infine il mercato incoming pesa per il 23% ed è in crescita del 3%.
Tra i canali di promozione digitali a pagamento, utilizzati da oltre il 70% di chi fa promozione, un ruolo di primo piano è svolto dalla pubblicità a pagamento sui motori di ricerca (43% circa dell’intero campione). Vi è poi la pubblicità sui social network (37%), quella su siti web in qualche modo legati al territorio e alla destinazione (25%) e quella su blog di viaggio e community online in cui si discute di temi correlati (15%).
“Dai dati raccolti emerge quindi un passaggio del turista dai canali tradizionali a quelli digitali in tutti i segmenti analizzati. La crescita dei canali digitali – conclude – sembra legata ad un naturale fenomeno di sostituzione spinto da un processo di ottimizzazione della spesa dei consumatori che cercano online prezzi inferiori rispetto a quelli disponibili offline.”