Per star più sereni in vacanza a volte bastano poche precauzioni, tra queste rientra senz’altro il portare con sé la tessera sanitaria. Avere con sè il documento in Europa vi permetterà di risparmiare tempo e denaro nel caso malaugurato incorriate in piccoli infortuni. La tessera europea di assicurazione malattia consente ai cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione europea (nonchè di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) di accedere più agevolmente alle cure mediche durante i soggiorni all’estero.
I cittadini italiani usufruiscono della Tessera Europea.
«La prevenzione- argomenta Antonio Ferrara, presidente dell’associazione Sos utenti consumatori – è la prima cosa che consigliamo ai nostri associati. Prima di affrontare e risolvere un problema, meglio cercare di evitarlo del tutto».
Molto semplici le azioni da compiere in caso di necessità.
«Il cittadino bisognoso di cure mediche può recarsi direttamente presso un medico, una struttura sanitaria pubblica o convenzionata ed esibire la TEAM che dà diritto a ricevere le cure alle stesse condizioni dei residenti del Paese in cui ci si trova»
L’assistenza avviene in forma diretta.
«Non si deve nulla, eccetto il pagamento del ticket, peraltro eventuale. In Svizzera e in Francia il più delle volte viene richiesto il pagamento delle prestazioni»
La tessera non vale in caso di cure di alta specializzazione.
«Se il cittadino ha bisogno di trattamenti specifici è necessaria un’autorizzazione preventiva da parte della propria Asl di appartenenza»
Regole chiare per far in modo che la propria vacanza non si trasformi in un’odissea, a volte basta davvero poco per prevenire piccole e grandi seccature.
«L’informazione è il migliore antidoto contro gli imprevisti. Evitarli del tutto è quasi impossibile; in ogni caso come associazione di consumatori oltre ad offrire un supporto per la risoluzione dei problemi cerchiamo anche di formare il cittadino nel miglior modo possibile. Le regole ci sono, basta solo conoscerle. Non farlo però equivale a cancellarle con un tratto di penna».